Dama inglese

La dama inglese costituisce una delle varianti del gioco della dama più conosciute nel mondo, con una storia lunga e gloriosa. Essa viene giocata su una damiera 8×8, come la dama italiana, e possiede un patrimonio tecnico e di studi rilevante, che è stato di grande ispirazione anche per i pionieri della teoria del nostro gioco nazionale. Tuttavia, la sua diffusione nei Paesi anglosassoni, dove è tradizionalmente nota e praticata, si è oggi molto affievolita, e la sua popolarità risulta in ascesa solo in alcuni Paesi africani in cui la lingua inglese ha, o mantiene, un certo ruolo, come Kenya e Sudafrica.

Questa variante si gioca con la damiera orientata in maniera diversa da quella italiana: la casella in basso a destra, per ciascun giocatore, deve essere quella chiara. Inoltre, muove per primo il Nero, e non il Bianco. Tale situazione presenta delle conseguenze soprattutto dal punto di vista della notazione e della "visuale" del gioco, ma una mente attenta ed allenata saprà cogliere il tipo di simmetria da concepire per le opportune "traduzioni" fra una variante e l'altra.

La posizione iniziale, e l'orientamento corretto della damiera

Vi sono altre differenze, rispetto al gioco all'italiana: quella principale consiste nel fatto che la pedina può catturare la dama - come nella dama internazionale, e in quasi tutte le altre varianti, si potrebbe dire. Ne consegue che le differenze tecniche nel gioco del finale sono rilevanti, salvo quando sulla damiera vi siano solo dame, perché queste si muovono di una sola casella, come nel nostro gioco. Un'altra differenza consiste nell'assenza delle regole di presa, al di là della semplice obbligatorietà: in pratica, cioè, niente regole di quantità e di qualità, e pertanto, in caso di più possibilità di presa, la cattura è totalmente a scelta del giocatore.

Purtuttavia, le similitudini con la dama italiana, nella fase di apertura e di centro-partita, sono notevoli, e ciò a causa del fatto che le pedine muovono e prendono solo in avanti. E' su tali basi che gli studi e i trattati classici dei migliori giocatori scozzesi e inglesi del XIX secolo sono stati letti e "adattati" alla dama italiana dai pionieri della teoria del nostro gioco, come Bassani, Avigliano e Lavizzari. Ed è sempre sulla base di questa affinità che in anni recenti un certo numero di giocatori italiani di alto livello, a partire dal pluricampione Michele Borghetti, si è dedicato alla pratica agonistica della dama inglese, con risultati eccezionali: la conquista di più titoli mondiali, che attualmente sono nelle mani di Sergio Scarpetta (specialità ad apertura sorteggiata) e Matteo Bernini (specialità a mossa libera).

Vi sono, in rete, numerose risorse disponibili per lo studio della tecnica della dama inglese, incluso le versioni elettroniche dei trattati classici, e di molti di quelli moderni. Vi sono anche dei video interessanti prodotti da alcuni giocatori americani di buon livello, disponibili su YouTube (di solito è possibile attivare i sottotitoli per chi non conosce bene l'inglese), e ce ne sono pure alcuni di Scarpetta. Le soddisfazioni, per chi abbraccia questa variante del gioco, possono essere notevoli. E comunque, per ogni giocatore di dama italiana, lo studio e la pratica della dama inglese rappresenta una fonte di ispirazione e di riflessione importante.