La dama a Verona

Il gioco della dama possiede una storia e una diffusione significativa in molti Paesi, tra i quali l'Italia. E' vero che negli ultimi decenni la moltiplicazione delle opportunità ludiche ha diminuito la rilevanza dei giochi "tradizionali" a favore di altri, proliferati soprattutto con il progresso delle tecnologie informatiche. Tuttavia la conoscenza dei rudimenti del gioco della dama - di facile apprendimento nei suoi tratti essenziali - è viva in ampie fasce della popolazione. Un sondaggio pubblicato sul quotidiano "La Repubblica" negli anni '80 del secolo scorso ne certificava ancora il primato fra tutti i giochi da tavolo.

Anche a Verona in molte case sopravvive la tradizione popolare per la quale fra i giochi con i quali un bambino viene a contatto - in famiglia, o con amici e parenti - c'è la dama. E, d'altra parte, possiamo affermare che, storicamente, la nostra città sia stata un luogo di aggregazione e di attività damistica molto importante. Fu a Verona che, fra il 1901 e il 1902, per iniziativa di Riccardo Galletti, venne pubblicato il primo periodico a diffusione nazionale dedicato esclusivamente al nostro gioco, denominato "La Dama". L'impresa, pur avendo avuto vita breve (22 numeri), testimonia l'ambiente effervescente di quel periodo. Anche l'"Arena", per diverso tempo, ha ospitato una rubrica damistica - una tradizione in vigore presso diversi quotidiani lungo vari decenni.

Nel primo dopoguerra Verona fu partecipe del "risveglio nazionale" per il gioco, che condusse anche alla nascita della Federazione Italiana Dama nel 1924. Vi sono notizie di un Circolo damistico attivo nel 1922, che per motivi a noi ignoti non figura tra gli undici fondatori della Federazione, ma che non tardò ad affiliarsi, se è vero che al secondo Congresso Federale, che si tenne nel 1925, erano presenti due delegati veronesi.

Il "Caffè della Borsa", dagli anni '20 sede del Circolo Damistico Veronese 
L'importanza damistica di Verona in quegli anni crebbe rapidamente, a causa dell'"esplosione" del giovane talento Eldo Cavalleri, che divenne Campione Italiano nel 1926, mantenendo il titolo per 4 anni consecutivi, e riconquistandolo per la quinta volta ex-aequo con il livornese Coppoli nel 1935. I primi campionati, che allora si svolgevano attraverso confronti diretti fra il detentore e lo sfidante, ottennero molta attenzione in città, con un grande concorso di pubblico nella sede di gara presso il Palazzo della Gran Guardia.

L'animatore del gioco era in quel periodo Pilade Bonaconsa, che fu Presidente del Circolo Damistico Veronese ininterrottamente dal 1922 al 1956. Sotto la sua guida Verona annoverò una folta schiera di giocatori, rappresentando per decenni uno dei centri damistici nazionali più rilevanti, pur nelle alterne vicende storiche della Federazione, di cui Bonaconsa fu anche Consigliere Nazionale. Fu per merito suo che vennero organizzati parecchi tornei a livello locale, regionale e nazionale, e nel 1925 per sua iniziativa ebbe luogo in Arena una bella manifestazione di "dama vivente", la seconda del genere in Italia. I damisti veronesi, riconoscenti, lo premiarono nel 1957 con una medaglia d'oro.

Dopo la seconda guerra mondiale l'attività damistica proseguì in diversi Circoli, talvolta attivi anche contemporaneamente. Allo stesso Cavalleri era dedicato uno di essi, ed egli ricambiava l'ammirazione dando lezioni e contribuendo alla crescita di nuove leve. Grande rilevanza acquistò e mantenne per diverso tempo il Circolo Damistico Dipendenti Comunali, che aveva sede prima in Palazzo Diamanti e poi presso lo storico Bar Bra, collocato nelle Mura Comunali di fronte a Palazzo Barbieri. Nel 1957 vi si svolse un Campionato Italiano Assoluto, vinto dal romano Roberto Matrunola, nel quale giunsero al secondo e terzo posto i damisti veronesi Luigi Tezza e Michelangelo Chesini. Essi guadagnarono pertanto la promozione alla categoria Magistrale, così come un altro veronese, Walter Signori, che si era trasferito a Vicenza per lavoro.

In quegli anni Verona era al centro della scena nazionale anche a causa delle vicissitudini della Federazione. La fase di riorganizzazione che si dispiegò tra il 1955 e il 1958 vide impegnati direttamente i damisti veronesi, tra cui lo stesso Cavalleri, nominato prima Commissario Straordinario, e poi, sciolta (momentaneamente) la Federazione, componente della "Delegazione Tecnica Nazionale". Fu quindi coinvolta la sede di Verona di un Ente dopolavoristico allora esistente, l'ENAL, attraverso il suo Presidente, Comm. Nicola Manganaro, presso cui si ottennero decisivi appoggi.

Nel 1959 la ricostituita Federazione, con il lavoro del nuovo Presidente Federale Beppino Rizzi, trovò sede all'ENAL di Milano. In quell'anno Verona contava 95 damisti tesserati nei 3 Circoli cittadini in funzione. A capo del "Centro Damistico Provinciale" Veronese, con una responsabilità analoga a quella di un Fiduciario/Delegato Provinciale di periodi posteriori, vi era Bruno Turri, che si distinse a livello nazionale soprattutto come Arbitro: fu infatti Direttore di Gara fra i più apprezzati. Ricoprì dal 1965 al 1978 anche la carica di Consigliere Federale.

I locali interni del Bar Bra
(oggi occupati da uffici provinciali)
furono un luogo di ritrovo dei damisti
veronesi per molti anni
Negli anni '60 e '70 Verona fu sempre un luogo di intensa attività agonistica, e nel 1970 vi si tenne anche la 4a Assemblea Nazionale della "nuova" FID. Nel 1968 e nel 1969 vennero organizzati i Campionati Italiani di 2a e 3a Categoria (quello di 2a anche nel 1970); tra i Candidati Maestri riuscì a mettersi in luce lo scaligero Carlo Severo, che, giunto a ridosso del podio nel 1968, vinse l'edizione del 1969 e venne quindi promosso Maestro. Anche molti Campionati Regionali ebbero luogo nella nostra città, tipicamente presso la sede del Circolo Dipendenti Comunali, che costituiva il centro (quotidiano) di aggregazione più rilevante dopo la chiusura del bar della Gran Guardia (l'ex "Caffè della Borsa"). Fino agli anni '80 i tavoli del Bar Bra riservati alla dama erano separati dagli altri con dei cordoni, e questo rendeva in qualche modo più "distinta" l'attività dei giocatori, seppur limitata a partite amichevoli con in palio un caffè.

Nel 1966 divenne Maestro una persona destinata a segnare tutta la successiva vita damistica veronese, Enrico Molesini. Rientrato a Verona dopo un periodo lavorativo in Alto Adige, egli fu, a partire dagli anni '70, la nuova "personalità di riferimento" del movimento damistico in città, oltre che uno stimato dirigente a livello nazionale: Consigliere Federale, Membro e Presidente della Commissione Tecnica, Redattore Capo di "Damasport", che per alcuni periodi venne stampato in una tipografia veronese. Enrico, negli anni '60, aveva già partecipato a diversi Campionati Italiani - sia di dama italiana che internazionale - segnalandosi fra le nuove leve di quel decennio. I dettagli della sua biografia damistica sono descritti nella pagina dedicata.

Nel 1978 Verona fu di nuovo sede di un Campionato Italiano Assoluto, questa volta di Dama Internazionale. Quell'edizione rivestiva un'importanza particolare, in quanto avrebbe designato i due italiani partecipanti "di diritto" al Campionato del Mondo, la cui organizzazione era stata assegnata alla FID, e che si sarebbe svolto in ottobre ad Arco (TN). Sede di gara fu il Centro Sportivo "Esterino Avanzi", in Zona Industriale. In quell'occasione Molesini non si impegnò agonisticamente ma affiancò Turri nella Direzione di gara. Il Campionato fu vinto dal savonese Daniele Berté, secondo giunse lo spezzino Roberto Simonelli.

Il 1979 segna un piccolo spartiacque nella storia damistica veronese. A distanza di pochi mesi muoiono prima Turri e poi Cavalleri. I giocatori non mancano, ma la maggior parte di essi preferisce non impegnarsi nelle competizioni, e si accontenta della vita di circolo. E' chiaro che c'è bisogno di un rinnovamento, e Molesini guida personalmente la nuova fase di proselitismo, caratterizzata dall'apertura di un nuovo circolo presso il Dopolavoro Ferroviario e dall'organizzazione di gare giovanili. 

La principale di queste, il "Memorial Bruno Turri", rivolta ai ragazzi delle classi elementari e medie, venne svolta annualmente a partire dal 1980 per diverse edizioni, e all'inizio poté usufruire di una sede capiente e prestigiosa presso la Fiera. Nei primi due anni i partecipanti sfiorarono le 300 unità. I risultati non tardano ad arrivare: i giovani veronesi ottengono importanti successi anche a livello nazionale (tra cui diverse vittorie e piazzamenti in varie edizioni dei Campionati Italiani Giovanili) e negli anni '80 Verona arriva ad avere ben 6 circoli tra città e provincia. 

La manifestazione di dama vivente in Piazza Bra, tenutasi il 30 maggio 1982
Nel 1982 venne rinnovata l'organizzazione di una manifestazione di dama vivente, che ebbe luogo in Piazza Bra di fronte a Palazzo Barbieri nel contesto del "Grande Gioco", un contenitore di eventi ludici, precursore, per certi aspetti, dell'odierno Tocatì (dove la dama è sempre presente). Il successo di pubblico, assiepato sulle scale del Municipio, fu molto grande.

Con la maggiore diffusione della dama internazionale, le nuove leve si dedicano anche a questo sistema di gioco. Molesini accompagna l'evoluzione tecnica e - con l'appoggio del Dopolavoro Ferroviario - si impegna sul lato organizzativo per portare a Verona un Campionato del Mondo a Squadre, che si tiene nell'agosto del 1989 presso la "Sala Vini" della Gran Guardia. In quell'anno una giovane veronese, Sara Danese, partecipa al Campionato Mondiale Femminile, in Olanda, mentre l'anno successivo un altro dei "nuovi giovani", Eugenio Garista, ottiene la promozione a Maestro di dama internazionale. Sara conquisterà diversi primati significativi, ancora imbattuti: unica donna a raggiungere il titolo di Candidato Maestro, e unica donna a partecipare ad un Campionato Italiano Assoluto (di dama internazionale, nel 1996). Nel 2004 sarà la prima Campionessa Italiana Femminile. 

Gli anni '90 rappresentano un periodo di assestamento del movimento damistico in Italia, con il riconoscimento da parte del CONI. A Verona nel 1993 si comincia ad organizzare, prima in sordina, poi con più rilievo, una gara nazionale di dama internazionale. La prima edizione viene vinta dal veronese Renzo Rubele, e in altre due è uno scaligero che giunge davanti a tutti. Si tratta di Emanuele Danese (fratello di Sara), che si afferma nel 2002 e nel 2006, guadagnando inoltre, nell'occasione della prima vittoria, la categoria Magistrale. 

Emanuele ha seguito con particolare profitto il solco tracciato da Molesini nell'impegno agonistico e organizzativo: oltre a vantare diverse partecipazioni agli Assoluti di Dama Internazionale è stato Consigliere federale nel periodo 2001-2002, e soprattutto Coordinatore Editoriale di "Damasport" dal 2001 al 2008, dirigendone la produzione, che in quel periodo viene riportata in terra scaligera. Gli anni Duemila vedono così la nostra città nuovamente al centro delle vicende nazionali - una situazione che raggiunge inediti livelli di rilevanza quando, nel 2002, la Segreteria della Federazione viene trasferita a Verona (in Piazzetta Serego) sotto la responsabilità di Teodorino Brancaleone, veronese di S. Martino Buon Albergo, nominato Segretario Nazionale. In seguito ad una riorganizzazione complessiva, all'inizio del 2004 la Segreteria viene stabilita presso la Sede Centrale del CONI a Roma, dove ancora oggi si trova, con la nomina di un nuovo Segretario.

In un triste giorno del 2012 scompare Enrico Molesini, lasciando un vuoto difficile da colmare. I damisti veronesi trovano la forza e la volontà di riorganizzarsi in un unico circolo della città e della provincia, che nel 2016 viene dedicato all'illustre Maestro, istruttore ed esempio per tutta la generazione oggi in attività.

Il damismo scaligero manifesta, in questi ultimi tempi, segni di rinnovata vitalità. La "Coppa Città di Verona", dopo alcuni anni di pausa, viene ripresa e dedicata alla memoria di Molesini: essa rimane un pilastro del calendario agonistico nazionale. Nel 2016 una squadra del Circolo, composta da Emanuele Danese, Daniele Brancaleone e Mattia Brancaleone, giunge al secondo posto (a pari punti con i vincitori) al Campionato Italiano a squadre di Dama Internazionale. Nel 2018 Rubele, tornato all'attività dopo molti anni, si afferma nel 3° Gruppo dei Campionati Italiani di Dama Italiana. In città riprende l'attività didattica con alcuni giovani e giovanissimi, rinnovando la tradizione di un gioco antico ma sempre nuovo.