Enrico Molesini

Enrico Molesini, alla cui memoria è dedicato il Circolo, è stato il Maestro che ha insegnato il gioco a tutti i damisti veronesi attualmente in attività a livello agonistico. Buon giocatore sia a dama italiana che a dama internazionale, è stato anche un infaticabile organizzatore e uno stimato dirigente della Federazione Italiana Dama, avendo ricoperto per molto tempo numerosi incarichi importanti: Consigliere Federale, Membro e Presidente della Commissione Tecnica, Redattore Capo del periodico ufficiale "Damasport".

Enrico nacque a Verona nel 1936. Iniziò a giocare a dama nel dicembre del 1953, frequentando gli ambienti damistici veronesi che allora potevano contare sulla presenza del grande campione Eldo Cavalleri, il quale, peraltro, non era più molto attivo nei tornei ufficiali. Attorno a Cavalleri erano presenti altri forti giocatori, tra i quali Luigi Tezza, che fu - più di Cavalleri - il "vero" Maestro di Enrico. La passione per il gioco crebbe rapidamente, così come il sodalizio con altre persone che ricoprirono in seguito ruoli importanti a livello nazionale - l'amico d'infanzia Walter Signori e il napoletano, trapiantato a Bolzano, Oreste Persico, che Enrico conobbe a Verona nel 1954.

Enrico (a sinistra) nel 1961 alla Coppa Città di Milano
Entrato nell'organico delle Ferrovie dello Stato nel 1955, fu successivamente trasferito a Fortezza, in provincia di Bolzano, rimanendo per molti anni in terra altoatesina. Durante quel periodo fu iscritto al Circolo Damistico Bolzanino (del quale fu anche Presidente), e poco dopo, sposatosi con Alma, si stabilì nel capoluogo. Nel 1958 vince la prima gara di livello interregionale, la Coppa "Giuseppina Rizzi" di Vicenza, che sarebbe presto diventata un'importante gara nazionale. Negli anni '60 prende parte con assiduità all'attività agonistica ordinaria, comprese tutte le edizioni dei Campionati Italiani, che non distinguevano, fino al 1966, le categorie di appartenenza. I buoni risultati gli valsero l'approdo fra i Candidati Maestri già nel corso del 1963, anno in cui si afferma in un grande torneo nazionale a Malo (VI), la "Coppa Crevalcore".

Cominciò ad impegnarsi anche nel gioco a sistema internazionale: dopo che la FID era entrata nel 1960 come membro ordinario nella Federazione Mondiale si iniziò un'opera di proselitismo per diffondere tale disciplina anche nel nostro Paese, dove allora era poco praticata. Enrico partecipa in effetti al primo campionato italiano della specialità, nel 1965, anche se in un gruppo distinto da quello delle Serie Nazionali, ma già nel 1966 vince il titolo fra i Candidati Maestri, e viene quindi promosso Maestro.

Nel corso del 1966 viene promosso Maestro anche di dama italiana, e nel 1967 può dunque acccedere alla prima edizione "moderna" del Campionato Assoluto (c.d. "a girone unico", con soli Maestri), nella quale arriva 12°. Intanto nel 1965 aveva già cominciato ad assumere i suoi primi incarichi nazionali, venendo chiamato a far parte della Commissione Tecnica Federale.

Nel 1968, a seguito dell'Assemblea Federale, viene confermato membro della Commissione Tecnica, ma, soprattutto, è nominato Redattore Capo di "Damasport", il periodico ufficiale della FID, carica che ricopre ininterrottamente fino al 1997, seguendone le alterne - e talvolta burrascose - vicende editoriali. L'impegno iniziale comprendeva anche la responsabilità diretta per la stampa presso una tipografia di Verona, dove Enrico era intanto ritornato; in seguito, tale incombenza venne trasferita a Bolzano, dove aveva sede la Segreteria Nazionale, guidata dall'amico Persico. Enrico allora vi si recava tutti i mesi per lavorare direttamente alla stesura dei pezzi e all'organizzazione dei contenuti - compito piuttosto faticoso soprattutto quando, per alcuni anni, a causa di restrizioni economiche, la stampa dovette essere fatta in offset da pagine dattiloscritte. Di nuovo, fra il 1979 e il 1983, la produzione del giornale tornò ad essere fatta in uno stabilimento grafico veronese, per poi essere riportata a Bolzano nel 1984.

Enrico (a sin.) in occasione della vittoria nel Campionato italiano a coppie
del 1971 assieme a Carlo Severo (a dx.). Al centro il Direttore di Gara
Bruno Turri, anch'egli veronese, all'epoca Consigliere Federale
L'attivismo in tutti questi ruoli proietta ovviamente Enrico fra i principali protagonisti del mondo damistico nazionale, situazione che si riflette sulla sua posizione a livello cittadino, dove è ormai "la personalità di riferimento". Se il Cavalleri era da tempo lontano dalle gare, ed anche Tezza, che pure in carriera aveva ottenuto dei buoni risultati, era giunto in età matura, c'era solo Carlo Severo, diventato Maestro nel 1969, che poteva competere con lui su livelli tecnici comparabili. Nelle edizioni del '71 e del '72 del Campionato Italiano Assoluto, Severo giunse anche davanti ad Enrico (in questo secondo caso l'uno quarto e l'altro sesto) ma in seguito non vi prese più parte. Le partecipazioni di Enrico, invece, continuarono ad accumularsi per molti anni quasi senza soluzione di continuità, ed anche nel sistema internazionale egli inanellò parecchie edizioni. Il duo Severo-Molesini, peraltro, ottenne un bel successo nel Campionato Italiano a coppie del 1971, disputato a Recoaro (VI).

Ma la presenza di Enrico era costante un po' in tutte le gare del calendario agonistico. Le sue affermazioni più prestigiose sono state certamente quelle ottenute in due successive edizioni della Coppa Città di Milano. Nel 1972 Enrico vince per distacco davanti a Geminiani e Golosio; le cronache maligne fanno trapelare che in quei giorni il campione italiano in carica Badiali era impegnato con le prove di "Rischiatutto"... Nel 1973 il Nostro ottiene un'altra strepitosa vittoria con due punti di vantaggio su Arcelli e Bassi (e questa volta il campione in carica Battaglia era presente). Nel suo palmares trovano posto anche una vittoria in una gara a Bagolino (BS) del 1980, e ad un torneo nazionale di dama internazionale a Milano nel 1985, la Coppa "Beppino Rizzi".  

Il miglior piazzamento di Enrico ad un Campionato Italiano rimane il 4° posto del 1974, in un'edizione vinta da Badiali. Anche agli Assoluti di Dama internazionale riesce ad arrivare una volta in 4a posizione, nel 1986, ma in questo sistema di gioco rimane indelebile l'eccezionale 6° posto che egli aveva ottenuto al Campionato Europeo del 1969, giocato a Livorno, e vinto dal leggendario Ton Sijbrands.

Nel 1978, Enrico è Arbitro al Campionato del Mondo che si tiene ad Arco (TN). Nello stesso anno viene eletto Consigliere Federale, e si adopera per intraprendere una decisa azione a favore del rinnovamento generazionale dei quadri damistici. Su "Damasport" dell'annata 1980 compare un corso di dama in 10 puntate che egli concepisce per "veri principianti". In seguito esso verrà raccolto in un opuscolo, "Un gioco che si può leggere", che rimane tuttora un ausilio didattico standard, utilizzato e venduto dalla Federazione. Verso la fine degli anni '80 verrà affiancato da un'opera di analogo tenore per il sistema di gioco internazionale, anche più approfondita, "Dama Internazionale - La regina dei giochi"

Ma è in città
che egli guida in prima persona la nuova fase di proselitismo. L'ambiente del Circolo Dipendenti Comunali (l'unico rimasto) non appariva più adeguato per attirare i giovani, e nel 1979, con la scomparsa di Cavalleri e Turri, diventava palese la necessità di intraprendere un "nuovo corso damistico". Enrico apre un Circolo presso il Dopolavoro Ferroviario, dove "fa scuola" personalmente ai nuovi adepti, e si adopera per la realizzazione di gare giovanili, fra le quali va ricordato il "Memorial Bruno Turri", che per diversi anni coinvolge centinaia di studenti delle scuole elementari e medie. Grazie all'afflusso delle nuove leve la provincia di Verona arriva ad avere, nel corso degli anni '80, ben 6 Circoli attivi contemporaneamente.

Le due opere didattiche di Enrico
L'approccio didattico di Enrico si basava sui principi di semplicità e chiarezza. Il suo obiettivo era quello di far sì che venissero posti all'attenzione e fissati nella mente degli allievi tutti i "motivi di base" che costituiscono la "cassetta degli attrezzi" del giocatore esperto, e in questo aveva sicuramente grande maestria. Pur non essendo un cultore della teoria, aveva ovviamente una conoscenza più approfondita di certe aperture, di certe partite, ma sapeva che solo lo studio individuale poteva (e doveva) essere impiegato per progredire su quel versante. Guardando ai risultati, si può ben dire che questo metodo abbia ben funzionato nel portare su buoni livelli tecnici una quantità elevata di giovani damisti.

Nel 1984 Enrico diventa Presidente della Commissione Tecnica, e lavora per una revisione completa dei regolamenti; in particolare promuove la riforma del Sistema di Classificazione Mobile, che era stato introdotto in via sperimentale nel 1981 per l'attività agonistica di dama internazionale, con l'adozione di un nuovo impianto teorico per il calcolo della variazione del Capitale Punti dei giocatori. L'operazione viene effettuata all'inizio del 1986, e nell'anno successivo estesa (e quindi introdotta) anche per la dama italiana.

L'apoteosi organizzativa di Enrico fu la realizzazione di un Campionato del Mondo a Squadre a Verona, che si tenne nel 1989 nella "Sala Vini" della Gran Guardia. La formula, come tale, non era molto popolare presso la Federazione Mondiale (e non lo è tuttora), a causa dello scarso interesse per le competizioni fra squadre nazionali, ma egli, con l'appoggio del Dopolavoro Ferroviario, riuscì testardamente nell'impresa. La macchina organizzativa era stata "rodata" due anni prima con un "Torneo delle Nazioni" fra 6 squadre, sempre alla Gran Guardia.

Nel corso degli anni '90 Enrico diminuisce gradualmente il suo impegno diretto, e le prestigiose cariche vengono lasciate una dopo l'altra a nuovi volenterosi, nel medesimo spirito di rinnovamento che egli stesso aveva sempre teorizzato e sostenuto. Tuttavia, con l'associazione della FID nel CONI, e la conseguente necessità di formalizzare dei Quadri Istruttori federali, la sua indiscussa fama didattica viene premiata con la nomina ai vertici della nuova struttura. A quest'incombenza segue la prestigiosa designazione a Responsabile Tecnico delle Squadre Nazionali.

Gli anni Duemila vedono Enrico dare ancora un contributo di saggezza alla riorganizzazione della Federazione, in operazioni che vedono altri damisti veronesi impegnati per alcuni anni in prima fila - dalla temporanea collocazione della Segreteria Nazionale a Verona, al ritorno della produzione di "Damasport" in terra scaligera. Ma purtroppo in quegli anni Enrico diventa anche consapevole del male che lo affliggerà con sempre maggiore severità, che egli chiamava con simpatia "Mister Park". 

Il progressivo deterioramento fisico e il ridursi dell'autonomia motoria non hanno fiaccato il suo spirito libero e creativo. Il 16 febbraio 2012 lascia non solo la moglie e le due figlie, ma un'intera comunità di amici che lo ricorda con sentimenti di sincera riconoscenza.