E' il momento di dare la parola direttamente ad Enrico. Il testo che qui riproduciamo è infatti una rievocazione degli albori del suo impegno damistico, da lui scritta per "Damasport" e pubblicata nel n. 4/2002 come contributo alla rubrica "Vita da Circolo". Enrico ricorda come nel Circolo da lui frequentato nel periodo iniziale della sua carriera si incontrarono tre persone destinate ad avere un forte impatto sulla vita damistica nazionale nei decenni seguenti: lui stesso (ovviamente), Walter Signori (futuro Presidente della Federazione), e Oreste Persico (futuro Segretario Nazionale). Insomma, il sodalizio personale cementato in quel periodo fu foriero di sviluppi piuttosto importanti...
di Enrico Molesini |
Nessuno
è riuscito a stabilire con certezza la data di nascita del primo circolo
damistico.
Di
preciso si sa, grazie alle ricerche di Ghelardini, che nel febbraio del 1924
furono undici i circoli che diedero l'appoggio alla neonata federazione guidata
da Luigi Franzioni.
Nel
mio non breve vissuto damistico, che prende le mosse dal 1953 a Verona, ho
fatto parte e conosciuto parecchi circoli, ma è stato nel C.D.
"Arianna", un piccolo circolo dalla vita brevissima, dove
curiosamente sono iniziate delle vicende che - secondo me - hanno inciso sul
damismo nazionale.
Il
C.D. "Arianna" è sorto all'inizio del '54 da una mini scissione con
il C.D. "Cavalleri" (sicuramente uno dei circoli più antichi e
prestigiosi) intitolato al mitico Eldo, campione italiano dal 1926 al 1929 e
nel 1935.
I
principali fondatori del nuovo circolo, Alberto Rubele e Nardino Scimemi con la
guida tecnica del M° Luigi Tezza e una decina d'altri soci tra i quali
figuravano i giovani (per l'epoca) Signori e Molesini, trovarono ospitalità nella
centralissima Piazza Erbe presso il Bar Colonna che poco dopo mutò, per cambio
gestione, il suo nome in Bar Bolzano e ora, da circa quattro decenni senza
circolo e rimodernato, funziona ancora come caffè "casa Mazzanti"
dal nome dello storico edificio in cui è inserito.
Walter Signori nel 1959 |
Il nome "Arianna" venne proposto dal M°
Tezza, persona mite e gentile - mezzo "filosofo" e mezzo
"barbone" - che paragonava il famoso filo d'Arianna a quella logica
damistica che aiuta a districarsi nei labirinti analitici. Inoltre, esisteva -
parola di Tezza che sapeva di teoria - una partita denominata
"Ariana" (23-19, 12-16; 28-23). L'enne in meno non permetteva
l'accostamento dei due nomi e quindi, alla fine, tutti convennero sul maggior
"appeal" di "Arianna" la figlia di Minosse. Eravamo nel
1954, non c'erano soldi per la dama e per nessuno, il miracolo economico era
ancora di là da venire: con fatica venivano organizzati i Campionati e sporadicamente
qualche gara a livello regionale.
In
quel lunghissimo dopoguerra il Presidente Luigi Franzioni stava tentando di
ricostruire la Federazione Damistica Italiana.
Ho
conosciuto il M° Franzioni solo superficialmente e a distanza, mentre ho ben
conosciuto i tre presidenti che gli sono succeduti e con i quali ho avuto il
privilegio di collaborare:
-
Beppino Rizzi, il presidente che ha inventato il damismo moderno: la partita
unica, le mosse lampo, ha fondato "Damasport" e ha portato il
damismo per vent'anni nell'ENAL, l'ente tutorio dell'epoca.
-
Giacomo D'Amico, il presidente dell'Autonomia, della simpatia e della costante
ricerca dei valori culturali e formativi del nostro gioco. E' stato eletto nel
momento più difficile, contestualmente alla soppressione dell'Enal.
-
Walter Signori, il gran traghettatore della Federazione Italiana Dama nel
CONI.
Torniamo
all'epoca, che descrivo con la giovanile e parziale visuale che ne avevo
allora: non c'era giornale (Damasport sarebbe stato fondato nel 1959),
pochissimi i collegamenti e, di conseguenza, le notizie erano molto scarse e
giungevano con un passaparola lentissimo ...
La
forzata sosta bellica, che per il damismo organizzato è durata dal 1938 al
1948, aveva causato un gran vuoto nell'informazione ...
In
quel tempo di telefonini cellulari si parlava a malapena nei romanzi di
fantascienza e il comune telefono era un arnese per ricchi ...
Si
giocavano, sorteggiando le prime due mosse (restrizione inglese), gare di
carattere sociale nel bar che ci ospitava. Oppure ci si giocava il caffè, qualche
volta si azzardava un cappuccino, oppure un bicchiere di spuma (bevanda
dell'epoca) o un bianco con l'acciughina per i più dissoluti. Il tutto in
allegria e con qualche disputa tecnica che verteva principalmente sul toccato
mosso o sui finali.
Sempre
nel 1954 il Circolo riuscì ad inviare il Tezza ai Campionati Italiani di Riva
del Garda (sesto con lo stesso punteggio del terzo), che al ritorno portò la
notizia che Franzioni, nelle manifestazioni di contorno, aveva disputato anche
una partita alla "cieca"!
-
Ed io allora gioco alla "sorda" - sbottò Carlo Z. levandosi
l'apparecchio acustico che portava a causa suoi dei timpani offesi da uno
scoppio durante la guerra. Per la verità, il M° Franzioni disputava partite
alla cieca da sempre, ma noi l'ignoravamo ...
Oreste Persico (sin.) ed Enrico Molesini (centro),
qui ripresi con Eraldo Siviero nel 1962
|
Nel
1955 apparve al circolo un sergentino dai capelli neri e ondulati: - vorrei
fare qualche partita ... mi chiamo Oreste Persico - (!). Persico di stanza a
Riva del Garda, aveva collaborato all'organizzazione di quel Campionato italiano
(quando si dice un predestinato) ed appena trasferito a Verona si presentò al
Circolo, di cui aveva saputo da Tezza.
Ed
ecco che all'amicizia tra Signori e Molesini si aggiunge Persico, con
altrettanto entusiasmo per il gioco e affinità d'idee sul divenire del damismo.
E'
stato un periodo brevissimo, poi i diversi percorsi della vita: Signori a
Vicenza, Persico a Bolzano, Molesini itinerante per l'Alto Adige per ritrovare
poi Persico a Bolzano dove aveva fondato un circolo aderente alla Federazione
già ricostituita nell'Enal.
Poi,
anno dopo anno, all'impegno damistico dei tre, seguirono incarichi ai vari
livelli. Cito a grandi linee, in obbligatoria sintesi, solo quelli di rilevanza
nazionale e le organizzazioni di prestigio:
-
Signori: consigliere nazionale e vicepresidente FID per tre legislature,
Presidente FID per due e attuale Presidente onorario.
-
Persico: Presidente di Commissione Tecnica per undici anni e Segretario
Generale della FID per ventidue. Ha organizzato ben ventidue Campionati
Italiani di cui ventuno consecutivi e, fiore all'occhiello, alcuni campionati
mondiali ed europei.
-
Molesini: presidente di Commissione Tecnica e Consigliere nazionale per
quattro legislature; capo redattore di Damasport per un quarto di secolo.
Fra
i tre c'è stato tutto un collaborare e interagire nel corso di quella serie
importante d'incarichi svolti per la dama.
Pertanto
non mi sembra esagerato - almeno secondo un principio di causalità - definire
il CD Arianna "crocevia del damismo nazionale" per essere stato il
punto di partenza della lunga storia damistica di Signori, Persico e Molesini.
Curiosamente
talvolta mi chiedo: nel caso non fosse stato costituito il CD Arianna, alcuni
avvenimenti del damismo nazionale avrebbero preso lo stesso corso?
Se
per un gioco di fantascienza si potesse tornare indietro e i tre avessero preso
vie diverse, come si sarebbero svolte le vicende damistiche nazionali?
Meglio,
peggio, non sarebbe cambiato niente?
Pur
nella razionale impossibilità di ipotizzare un'alternativa a ciò che il tempo
ha registrato, scommetterei che le mogli dei tre, se interpellate,
esclamerebbero convinte: Sarebbe stato megliooo ...
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