di Renzino l'Europeo |
Non vogliamo profonderci in analisi psicologiche, che del resto non sono nelle nostre corde, ma per spiegare il piccolo evento accaduto a Verona sabato e domenica bisogna pur fare ricorso a qualche considerazione più ampia. Quarantacinque damisti, provenienti da una un significativa porzione dei circoli più attivi nella dama internazionale, si sono ritrovati per una Gara Nazionale dopo un anno e tre mesi di digiuno. Si dirà: ma ci sono stati lo stesso, in questo periodo, i Campionati Italiani - individuali e a squadre, giovanili e veterani - giocati "in presenza", con una soddisfacente partecipazione complessiva. Sì, ma la "gara nazionale" rimane pur sempre una competizione con delle caratteristiche proprie, e del resto ai Campionati si sono verificate delle assenze superiori al solito, mentre alla nostra gara c'erano "quasi tutti". Quasi tutti i giocatori più forti in Italia, ma anche quasi tutti i giocatori più costanti e valenti nelle diverse categorie - giovani, ragazze, pilastri storici...
Il torneo era stato preparato bene, dal Circolo, con il Presidente Emanuele Danese che ha preso la decisione a fine gennaio, con una situazione pandemica ancora incerta, ma con il sostegno decisivo della Federazione, che ha voluto fortemente aiutare il movimento damistico a ripartire. Felice è stata la scelta dell'Hotel S. Marco, che era lì solo per noi - potremmo dire. Il grande salone di gioco, di 200 mq, permetteva una disposizione dei tavoli congruenti con il protocollo di sicurezza, ed un comfort non comune. C'era pure una elegante saletta per le analisi post-partita. Il montepremi era stato ben ponderato, nelle sue articolazioni (3 gruppi di merito + donne) ed ha fornito qualche argomento - se vogliamo - materiale. Ma la spinta più forte è stata quella spirituale, se ci si passa il termine.
La sede di gara presso l'Hotel S. Marco |
Ed ora veniamo ad una piccola cronaca agonistica. Il gruppetto degli scaligeri si presenta ai nastri di partenza con Emanuele, il Candidato Maestro Mattia Brancaleone, il Nazionale Damiano Anselmi e Luciano Sanson, in realtà vicentino ma affiliato al nostro Circolo per via della storica amicizia con Ema. Il sistema di gioco alla svizzera adottato in gare "a gruppo unico" come la nostra prevedeva una specie di scrematura in due metà con il primo turno, in modo che i più forti potessero emergere giocando contro i più deboli (relativamente, in termini di Capitale Punti) e poi scontrarsi fra di loro dal secondo turno in poi. L'unico "big" in difficoltà è stato Walter Moscato, Campione Italiano 2019, che ha rischiato grosso contro il nostro Damiano, ma alla fine ha strappato la pari. Al secondo turno, ecco subito il match-clou Scaggiante-Diop, finito in parità, dopo che tutti e due avevano provato a prendere le partita sul serio consumando tutto il tempo nel mediogioco.
Il terzo turno ci offre un doppio scontro fra i quattro al vertice: Manzana-Macali e Valentini-Milanese. Nel primo, il moriano ora bergamasco si fa cogliere di sorpresa da un 2x2 di dama in una posizione altrimenti equilibrata, mentre nell'altro il giovane Candidato Maestro di Tione di Trento, autore alla fine di una bella gara, è sopraffatto dal più forte chierese. Al quarto turno Macali e Milanese si incontrano e pattano senza guerreggiare troppo, venendo raggiunti da Diop, che trova la strada per abbattere il coriaceo Gioffré, e da Scaggiante, che ha la meglio sul nostro Emanuele. Il quinto turno vede i decisivi duelli fra Scaggiante e Milanese, e fra Macali e Diop. Il primo finisce in parità, con il campione trevigiano che effettua un tiro (poi premiato) non decisivo per la vittoria: Loris si difende bene. Invece il secondo finisce un po' inaspettatamente con la sconfitta del senegalese, che gestisce male il posizionamento dei pezzi nel prefinale.
A questo punto, con l'ultimo turno da giocare, c'è Daniele Macali da solo in testa - ma dovrà vedersela col solido Luca Lorusso. Dietro, Milanese giocherà con il nostro Ema, che ha condotto la gara sui propri livelli migliori, mentre Scaggiante dovrà cercare di rompere il catenaccio di Gioffré. Scalpita anche Enes Habilaj, giunto da dietro a lottare per i primi posti contro Valentini. La conclusione è sul filo del rasoio: Daniele patta e viene raggiunto da Alessio, mentre Loris non s'avvede di un tiro vincente contro il Sommo, che peraltro aveva giocato gagliardamente. Alla coppia di testa si aggiunge in extremis anche Enes, che vince un finale di 3 dame contro 1, lasciando di sale il buon Stefano, che starà ancora ripensando al punto perso così sciattamente.
Il podio con Macali, Scaggiante ed Habilaj |
Se la prestazione di Emanuele è stata molto buona, anche gli altri nostri tre portacolori possono dirsi soddisfatti: pur in un quadro complessivo regolare, hanno dimostrato un buon tono agonistico. Damiano riconosce la qualità del gioco espresso, ma lamenta l'inadeguato raccolto in termini di risultato complessivo. Per Luciano s'è avvicinata la promozione di categoria, da tempo attesa e meritata, mentre Mattia si è finalmente ritrovato dopo una inattività lunga quanto la pandemia. Contento anche il nostro Segretario Teodorino Brancaleone, che ha presidiato la sala all'ingresso, misurando la temperatura a tutti come da protocollo.
A questo punto non ci rimane che ricordare la precisa Direzione di Gara di Ezio Valentini, coadiuvato da nuove promettenti leve arbitrali, Giampaolo Ciccone e Teresa Zamboni. La premiazione, diffusa in diretta Facebook, ha visto la presenza delle due figlie di Molesini. I giudizi sembrano concordi: si è trattato di un torneo bello e memorabile sotto ogni punto di vista. Per il nostro Circolo, una conferma della centralità di questa gara, e della bontà dell'intuizione originaria di Enrico. In attesa di tempi migliori per la società tutta, un po' di soddisfazione per chi si sta adoperando a mantenere vitale il movimento damistico italiano.
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