martedì 20 aprile 2021

Grande successo per la Coppa Città di Verona: vincono Scaggiante e Macali

di Renzino l'Europeo
Ed è arrivata, finalmente, questa XXIV edizione della Coppa Città di Verona. E' arrivata con un anno di ritardo, in un fine settimana di aprile ancora caratterizzato da significative restrizioni per il contrasto della pandemia - ma è arrivata. Ed ha portato con sé l'immagine di una comunità di giocatori desiderosi di spingere pezzi sulla damiera, quella vera, che sta su un tavolo davanti a te, e incontrare avversari di persona, seppur con i visi mascherati. Un desiderio di far vivere il nostro gioco nella pienezza del suo lato agonistico, perché la dama sarà anche uno sport della mente - e noi lo rivendichiamo, con tutte le caratteristiche peculiari che ne derivano - ma la sua pratica coinvolge tutta la corporeità degli individui: è sempre più vero, e più bello, se i due contendenti si incontrano e si scontrano di persona, dal vivo.

Non vogliamo profonderci in analisi psicologiche, che del resto non sono nelle nostre corde, ma per spiegare il piccolo evento accaduto a Verona sabato e domenica bisogna pur fare ricorso a qualche considerazione più ampia. Quarantacinque damisti, provenienti da una un significativa porzione dei circoli più attivi nella dama internazionale, si sono ritrovati per una Gara Nazionale dopo un anno e tre mesi di digiuno. Si dirà: ma ci sono stati lo stesso, in questo periodo, i Campionati Italiani - individuali e a squadre, giovanili e veterani - giocati "in presenza", con una soddisfacente partecipazione complessiva. Sì, ma la "gara nazionale" rimane pur sempre una competizione con delle caratteristiche proprie, e del resto ai Campionati si sono verificate delle assenze superiori al solito, mentre alla nostra gara c'erano "quasi tutti". Quasi tutti i giocatori più forti in Italia, ma anche quasi tutti i giocatori più costanti e valenti nelle diverse categorie - giovani, ragazze, pilastri storici...

Il torneo era stato preparato bene, dal Circolo, con il Presidente Emanuele Danese che ha preso la decisione a fine gennaio, con una situazione pandemica ancora incerta, ma con il sostegno decisivo della Federazione, che ha voluto fortemente aiutare il movimento damistico a ripartire. Felice è stata la scelta dell'Hotel S. Marco, che era lì solo per noi - potremmo dire. Il grande salone di gioco, di 200 mq, permetteva una disposizione dei tavoli congruenti con il protocollo di sicurezza, ed un comfort non comune. C'era pure una elegante saletta per le analisi post-partita. Il montepremi era stato ben ponderato, nelle sue articolazioni (3 gruppi di merito + donne) ed ha fornito qualche argomento - se vogliamo - materiale. Ma la spinta più forte è stata quella spirituale, se ci si passa il termine. 

La sede di gara presso l'Hotel S. Marco
La sala di gioco piena di giocatori è stata un bel vedere, ma che dire allora dallo spettacolo offerto in diretta streaming dai campioni? Le videocamere piazzate a seguire le prime due damiere hanno colto le partite nel loro verace svolgimento, ed hanno offerto al più ampio pubblico damistico sprazzi di buona tecnica, e fasi di gioco emozionanti. Certo, per qualche straniero che si è affacciato al video dev'essere stato un po' strano vedere i contendenti intabarrati dietro una visiera, oltre che una mascherina. Ma la nostra comunità di giocatori ha accettato di buon grado tutto il protocollo di sicurezza concordato dalla Federazione con il CONI e il Dipartimento dello Sport della Presidenza del Consiglio - se questo significa la possibilità di giocare dal vivo.

Ed ora veniamo ad una piccola cronaca agonistica. Il gruppetto degli scaligeri si presenta ai nastri di partenza con Emanuele, il Candidato Maestro Mattia Brancaleone, il Nazionale Damiano Anselmi e Luciano Sanson, in realtà vicentino ma affiliato al nostro Circolo per via della storica amicizia con Ema. Il sistema di gioco alla svizzera adottato in gare "a gruppo unico" come la nostra prevedeva una specie di scrematura in due metà con il primo turno, in modo che i più forti potessero emergere giocando contro i più deboli (relativamente, in termini di Capitale Punti) e poi scontrarsi fra di loro dal secondo turno in poi. L'unico "big" in difficoltà è stato Walter Moscato, Campione Italiano 2019, che ha rischiato grosso contro il nostro Damiano, ma alla fine ha strappato la pari. Al secondo turno, ecco subito il match-clou Scaggiante-Diop, finito in parità, dopo che tutti e due avevano provato a prendere le partita sul serio consumando tutto il tempo nel mediogioco.

Il terzo turno ci offre un doppio scontro fra i quattro al vertice: Manzana-Macali e Valentini-Milanese. Nel primo, il moriano ora bergamasco si fa cogliere di sorpresa da un 2x2 di dama in una posizione altrimenti equilibrata, mentre nell'altro il giovane Candidato Maestro di Tione di Trento, autore alla fine di una bella gara, è sopraffatto dal più forte chierese. Al quarto turno Macali e Milanese si incontrano e pattano senza guerreggiare troppo, venendo raggiunti da Diop, che trova la strada per abbattere il coriaceo Gioffré, e da Scaggiante, che ha la meglio sul nostro Emanuele. Il quinto turno vede i decisivi duelli fra Scaggiante e Milanese, e fra Macali e Diop. Il primo finisce in parità, con il campione trevigiano che effettua un tiro (poi premiato) non decisivo per la vittoria: Loris si difende bene. Invece il secondo finisce un po' inaspettatamente con la sconfitta del senegalese, che gestisce male il posizionamento dei pezzi nel prefinale. 

A questo punto, con l'ultimo turno da giocare, c'è Daniele Macali da solo in testa - ma dovrà vedersela col solido Luca Lorusso. Dietro, Milanese giocherà con il nostro Ema, che ha condotto la gara sui propri livelli migliori, mentre Scaggiante dovrà cercare di rompere il catenaccio di Gioffré. Scalpita anche Enes Habilaj, giunto da dietro a lottare per i primi posti contro Valentini. La conclusione è sul filo del rasoio: Daniele patta e viene raggiunto da Alessio, mentre Loris non s'avvede di un tiro vincente contro il Sommo, che peraltro aveva giocato gagliardamente. Alla coppia di testa si aggiunge in extremis anche Enes, che vince un finale di 3 dame contro 1, lasciando di sale il buon Stefano, che starà ancora ripensando al punto perso così sciattamente.

Il podio con Macali, Scaggiante ed Habilaj
Il quoziente non riesce a decidere fra i primi due, che così si aggiudicano il torneo ex-aequo, mentre Habilaj è terzo. Quarto Milanese, quinto Lorusso e sesto Diop a cui non è servita la vittoria finale per rientrare nel quintetto premiato a causa del quoziente più basso. Ottimo il settimo posto del Nostro Emanuele, che così può ben rimanere soddisfatto anche del risultato oltre che dell'organizzazione. Premiati per il secondo gruppo di merito il veneziano Andrea Cappelletto, davanti a Rafael Rodriguez, Roberto Senesi e Matteo Fortunato, mentre nel terzo la spunta Marco Stipcevich di Latina sul nostro Luciano Sanson, Loris Cicchirillo e Gabriele Cappelletto. Fra le ragazze, ampiamente prevista la supremazia di Sara Habilaj davanti alle trevigiane Sabrina Perletti e Sofia Pandolfo (e c'erano anche le tre giovanissime di Latina, Linda, Giorgia e Margherita: un record "rosa"). Tutti i dati del tabellone sono disponibili sul sito FMJD.

Se la prestazione di Emanuele è stata molto buona, anche gli altri nostri tre portacolori possono dirsi soddisfatti: pur in un quadro complessivo regolare, hanno dimostrato un buon tono agonistico. Damiano riconosce la qualità del gioco espresso, ma lamenta l'inadeguato raccolto in termini di risultato complessivo. Per Luciano s'è avvicinata la promozione di categoria, da tempo attesa e meritata, mentre Mattia si è finalmente ritrovato dopo una inattività lunga quanto la pandemia. Contento anche il nostro Segretario Teodorino Brancaleone, che ha presidiato la sala all'ingresso, misurando la temperatura a tutti come da protocollo.

A questo punto non ci rimane che ricordare la precisa Direzione di Gara di Ezio Valentini, coadiuvato da nuove promettenti leve arbitrali, Giampaolo Ciccone e Teresa Zamboni. La premiazione, diffusa in diretta Facebook, ha visto la presenza delle due figlie di Molesini. I giudizi sembrano concordi: si è trattato di un torneo bello e memorabile sotto ogni punto di vista. Per il nostro Circolo, una conferma della centralità di questa gara, e della bontà dell'intuizione originaria di Enrico. In attesa di tempi migliori per la società tutta, un po' di soddisfazione per chi si sta adoperando a mantenere vitale il movimento damistico italiano.

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