sabato 8 febbraio 2020

Storia - Il nostro Circolo Damistico è proprio Veronese

di Renzino l'Europeo
Nell'ultima Assemblea del Circolo, effettuata a gennaio, abbiamo deciso di riappropriarci dell'aggettivo "Veronese" nella nostra denominazione ufficiale. Insomma, abbiamo riacquistato in tutto e per tutto l'antico e originario nome del primo Circolo Damistico che, per quanto sappiamo, venne fondato nella nostra città, nel 1922. Beninteso, non abbiamo affatto dismesso l'intitolazione ad Enrico, nostro Maestro e guida di tutto il damismo veronese per più di 40 anni. Abbiamo solo voluto chiarire che a Verona il movimento damistico organizzato, con le sue variopinte vicende, è sempre quello. Come un fiume che si divide in più rami che poi si ricongiungono, così la storia dei Circoli veronesi ha avuto il proprio corso, modellandosi secondo i diversi periodi della vita damistica cittadina e nazionale. Da quando Enrico ci ha lasciati, nel 2012, questo corso è di nuovo unitario, per meglio servire le attuali esigenze del nostro gioco a Verona.

Pilade Bonaconsa
Dobbiamo confessare una certa carenza di informazioni sulle origini del primo Circolo Damistico Veronese, di cui sappiamo solo che venne guidato da Pilade Bonaconsa per 34 anni consecutivi, fino al 1956. La figura di Bonaconsa quale "patròn" del damismo veronese è stata celebrata anche da uno dei primi numeri di "Damasport", nonché da Ghelardo Ghelardini nel primo volume dell'opera storica "Tra dame e pedine". Non conosciamo, personalmente, le ragioni per le quali quel Circolo non fu tra i fondatori della Federazione Italiana Dama, nel 1924, ma c'è sicuramente qualcuno - a Verona o in Italia - che lo sa. Faremo il possibile per recuperare questa ed altre informazioni, perlomeno prima della celebrazione del centenario della FID...

Di certo sappiamo che il Circolo si affiliò quasi subito alla Federazione, e ne aveva tutti i titoli: proprio in quegli anni stava esplodendo il fenomeno Cavalleri, il primo "campionissimo" della storia del damismo italiano, che divenne Campione Italiano nel 1926 battendo il romano Tagliaferri. Che in riva all'Adige abbia potuto nascere e crescere un così forte giocatore dimostra quanto l'ambiente fosse fertile, e i meriti vanno quindi ascritti ad una pluralità di attori, fra cui quel pionere di Riccardo Galletti, fondatore e direttore - all'inizio del XX secolo - del primo periodico specializzato interamente dedicato al nostro gioco, "La dama".

Il Caffè della Borsa, sede storica del Circolo Damistico Veronese
Sappiamo inoltre che la sede storica del Circolo, nonché teatro degli epici match di Cavalleri per la conquista e la difesa dei titolo italiano fra il 1926 e il 1929, fu la Gran Guardia, o meglio, il "Caffè della Borsa", un bar-ristorante ospitato nella sala sul lato destro dell'edificio, osservandolo dalla Piazza. Pur con diverse denominazioni, il Circolo rimase in quel prestigioso luogo fino alla chiusura forzata dell'esercizio, che venne disposta dalla Soprintendenza di Verona sulla base di norme a tutela del palazzo monumentale in cui si trovava. L'evento avvenne in una qualche data all'inizio degli anni '70, giacché io mi ricordo ancora di alcune personali esperienze in quel luogo, perché quando i miei genitori mi portarono le prime volte a girare in centro, e in Piazza Bra, quel bar era ancora aperto… si poteva scegliere di andare a prendere un gelato sul Liston o al Caffè della Borsa (che probabilmente non aveva più quel nome, visto che la Borsa non era più ospitata alla Gran Guardia da parecchio tempo). E mi ricordo anche di quell'angolo del bar, recintato da alcuni cordoni, riservato ai giocatori di dama… sicuramente il mio primo contatto con il nostro gioco. La medesima disposizione venne mantenuta nella sede del Bar Bra, luogo in cui si spostò il Circolo per i lustri seguenti, ma l'aura non era più quella "storica".

Oggi il nostro Circolo può vantare una discreta vitalità, benché in termini assoluti siamo distanti da tutti i periodi di maggiore splendore. Ma il solo fatto di organizzare una gara nazionale come la "Coppa Città di Verona", che arriverà quest'anno alla 24a edizione, ci permette di essere ancora fieri di essere i portacolori del damismo scaligero, e di continuare a coltivare il nostro bel gioco in città.

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